giovedì 16 maggio 2013

Ospiti in Valcamonica

Al parcheggio del Museo di Cividate siamo in 15 comprese le nostre 4 guide camune.
Dopo un breve trasferimento su ciclabile, scaldati da un debole sole che cerca di perforare lo spesso strato di nubi che ci sovrasta, iniziamo la scalata verso il santuario dell'Annunciata.



Il primo tratto ha delle discrete pendenze ma si riesce a restare in sella aiutati anche dal fondo asfaltato. Il gruppo si sgrana ed iniziano i primi spogliarelli, giacche e impermeabili finiscono negli zaini, il freschino iniziale è già svanito. Le nostre guide affrontano l'ascesa con il passo da montagna, noi nelle retrovie, consapevoli che il giro è bello lungo, con quello da gita aziendale, pause foto comprese. Dopo aver atteso Andrea e Puddum che, nonostante la guida dei loro GPS, hanno deciso di prendere una strada alternativa dal nome invitante.


 

raggiungiamo il gruppo su una terrazza panoramica che merita una pausa foto.



La salita ora continua ma con pendenze decisamente più dolci e velocemente irrompiamo nel santuario dell'Annunciata con la sua balconata sulla valle dell'Oglio.



Il cammino riprende e risaliamo su asfalto sino ad Ossimo inferiore,  pausa alla bella chiesetta del paese, raffica di scatti fotografici e si riparte. Prima di iniziare a percorrere la vecchia strada militare che ci porterà verso Lozio una parte del gruppo si ferma a saccheggiare una forneria facendo strage di spongade, tipico dolce locale. A metà del sentiero ci inoltriamo nel bosco 




per sbucare in una radura nella quale ci sono alcuni monoliti, siamo nel parco archeologico Asinino-Anvòia.



Dopo la pausa culturale tutti in sella fino ad incontrare la strada asfaltata che ci porta al graziosissimo paesino di Lozio, per poi proseguire fino a Laveno.


Riusciamo però in questo tratto a perdere Antonio, che ad un bivio, abituato ai nostri itinerari, sceglie senza dubbi la irta strada in salita anziché la comoda discesa. Dopo un paio di Km non vedendo nessuno torna sulla retta via ed il gruppo si ricompatta.


Il tratto successivo è una piacevole salita, inizialmente su asfalto poi su comoda sterrata, con pendenze mai impossibili e stupendi panorami sulla valle.



In effetti una piccola rampa c'è ed è l'ultimo strappo per arrivare al rifugio Concarena.



Qui il gruppo si divide tra chi ormai privo di energie si abbandona al sole sotto portico e chi imperterrito si appresta a scalare il monte Cerveno.
La salita inizialmente pedalabile si snoda fra campi verdi nei quali le genziane spiccano con il loro viola intenso.



Il secondo tratto è molto ripido con fondo sconnesso, bici a spalle e camminare.



Qui una leggera pioggia ci accompagna sino alla vetta, ma è solo una nuvola di passaggio, in pochi minuti un caldo sole ci asciuga e ci regala uno strano arcobaleno.


Dopo la pausa per cambio vestiario e protezioni cerchiamo il sentiero per la discesa, che è ben nascosto, ma dopo qualche piccola indecisione iniziale scorre fluido nel bosco. Fondo ottimale, un singletrack divertentissimo, in un batter d'occhio siamo al rifugio con i piedi sotto il tavolo ed un piatto di tagliatelle fumanti davanti a noi.



Con la pancia piena e le protezioni ben allacciate ci lanciamo nella discesa.



Inizialmente nel bosco su sentiero scorrevole, poi le pendenze aumentano e causa le abbondanti piogge degli ultimi giorni il fango rende tutto più difficile, ma anche divertente. Ci sono alcuni passaggi tecnici ma nulla di impossibile, con il terreno asciutto. Verso la fine della discesa raggiungiamo Andrea che ci guarda con aria sconsolata parlando di porcellini! 
Non avrà digerito il pranzo penso. Poi seguendo il suo sguardo notiamo che il deragliatore posteriore è strappato dal supporto ed incastrato nei raggi. Il mistero è risolto trattasi di "forcellino" e non di suino. Pausa tecnica e tolta la catena si riparte per l'ultimo tratto che ci riserva una gradita sorpresa. Una serie di stretti tornantini veramente spettacolari, da far invidia, anche se in piccolo, allo Stino.  Non ci resta che percorrere la ciclabile della Val Camonica che in pochi chilometri ci riporta al parcheggio. Lungo la strada troviamo anche una stazione di lavaggio bici.


Ultima spinta al povero Andrea rimasto senza trasmissione ed eccoci alle auto.


Cosa aggiungere se non i ringraziamenti a chi pazientemente ci ha condotto in posti magnifici facendoci da guida in queste meravigliose valli e un grazie a tutti i partecipanti per la simpaticissima compagnia.


Alla prossima avventura, un salutone da Paolo.




In coda il video girato da Andrea che rende giustizia alla bellissima discesa:


mercoledì 1 maggio 2013

La mountain bike hard dietro casa

Sabato ore 23...mi affaccio alla finestra, diluvia...sconsolato raggiungo l'armadio, lo guardo e mi deprimo ancora di più, che mi metto? farà freddo? e se esce il sole? se piove? riempio lo zaino... mi sembra di partire per le ferie ma sto solo andando a S.Onofrio dietro casa.

La mattina seguente...nuovamente alla finestra, nooo non ci credo...SOLE!!! parto con il sorriso sin dietro le orecchie, appena arrivo in zona valle il cielo si chiude.
Raggiungo il punto di ritrovo, sono in forte anticipo...forse sono il primo, in lontananza noto una losca figura che impenna, lui non mi vede, lo tengo d'occhio, è lui il Magico...come me non vede l'ora di farsi una bella pedalata.
In breve arriva Brumo "Davide", poi in due s'avvicinano onbike, sono Elena e Vito, poi arrivano Simone, Antonio, Vulpix, Gigion, Giuly, Gianni e Andrea.

Partiamo sulla Triumplina in un lungo serpentone...in breve raggiungiamo la casa del "dutur" ed ecco che anche Carlo il dentista si unisce al gruppone.
Raggiungiamo Sarezzo di gran carriera...Andrea, Gianni, Giuly e Brumo la davanti pedalano a mille, dietro mi nascondo nel gruppo sfruttando l'effetto scia..

Iniziamo ora la salita asfaltata per S.Onofrio, evitando lo sterrato per via del fango, un timido sole  fa evaporare l'acqua dall'asfalto, rendendo molto umida l'aria...subito la mia camicia felpata è di troppo e i pantaloni lunghi inadeguati. Sosta svestizione e viaaaa

Quasi in cima un'altro biker ci attende, Orma "Mauro" ci accompagnerà lungo la discesa ormai famosa come OrMa1.

Mentre Gigion è alle prese con una foratura, Magico ci delizia con questo bello scatto...


Immediatamente o quasi...la carovana si rimette in moto, raggiungiamo M.te Spina dove indossiamo le protezioni per la discesa...


Il primissimo pezzo della discesa è semplice ma resta scivoloso grazie all'abbondante piovuta di poche ore prima, bastano poche centinaia di metri per vedere affiorare i primi pietroni, il mix, anzi trix... fango, pietroni, pendenza, complica non poco la discesa.





Il sentiero diventa tecnico e cattivo ma divertente, Orma se lo pippa giù come un biscottino è la sua palestrina dietro casa, l'impegno fisico è elevato costringendoci a qualche breve pausa.
Ecco l'occasione per una bella foto di gruppo!


La discesa continua con pezzi molto scassati...arriviamo dopo passaggi tecnici e tratti flow ad un punto interessante, guardandolo non sembra ostico, al mio arrivo sull'ostacolo sono già passati in cinque due indenni e tre cadute.
Lo guardo, lo prendo di petto ed eccomi in men che non si dica spalmato contro una roccia e col culone nel cespuglio.
Non sia mai! riprendo la mia Khs e torno su...devo riprovarci! passo il primo dente che mi ha fatto la "bua" e sbaglio il secondo spalmandomi nuovamente.
Leccatina alle ferite e pronti per l'ultimo tratto molto scorrevole...
Giunti sull'asfalto ci dirigiamo al punto di partenza, perfino qui riesco a trovare il modo di cadere rovinosamente a terra, bella botta del bacino contro il marciapiede e bella botta al ginocchio con sbucciature.
Erano almeno due anni che non finivo a terra, in due settimane ho misurato quattro volte...."mia mal" potrei far domanda in comune come geometra!!!

Il giro si conclude con una bella bevuta e pizza in compagnia. Alla salute del resto del gruppo!


Alla prossima pedalata...bella bella l'orMa1...bella tossica se bagnata!!