sabato 27 ottobre 2012

Sullo Stino a scuola di "Nose press".

Finalmente il week end è alle porte, le previsioni meteo parlano di temperature primaverili e cielo limpido...
non ci sono dubbi serve organizzare un bel giro!
Magari qualcosa di panoramico, abbiamo però un paletto....si deve rincasare nel primissimo pomeriggio.
Bhe il M.te Stino è perfetto! partiamo presto e torniamo presto.

Eccoci dunque sulla sponda orientale del lago d'Idro, è una piacevole mattina di metà ottobre, sono le 8:30 circa, un folto gruppo di bikers ha accolto la nostra proposta.
Pronti in quel di Veste con tanta voglia di divertirsi 11 bikers, i classici riti preparatori, una pompatina alle gomme, qualche regolatina qua e la alle bici e siamo pronti per dar' inizio alla gita.
Scorriamo i primi due km costeggiando il lago, poi svolta secca a sinistra, lasciamo il pianeggiante asfalto per una ripidissima e sconnessa strada sterrata...subito il gruppo si allunga, le chiacchiere lasciano il posto a respiri profondi.
Il manto stradale resta sconnesso per circa 2 km poi attraversiamo il caratteristico paesino di Zumié tornando su asfalto.

Mentre saliamo ci divertiamo con qualche impennata...





Brumotti e Simone




Zio Paolo



Massimo 

















La bella giornata ci permette di salire con disinvoltura, il gruppo è compatto e giocoso....sembriamo tutti ragazzini in scampagnata, anche se il calendario per buona parte di noi parla chiaro!


















Buona parte del percorso in salita è su asfalto, alcuni brevi tagli sterrati ci permettono di evitarlo. La salita allo Stino non  è banalissima, le pendenze non sono impossibili ma si fanno sentire spesso.

Il nostro amico visto le pendenze in salita capisce che la discesa non scherzerà....






















Scherzi a parte...che giornata, 20° sole stupendo e cielo limpido....per essere a fine ottobre non male!

Raggiunta la cima da dove si gode una stupenda vista sul sottostante Eredio, sulla sponda opposta del lago notiamo subito Anfo.... restiamo incantati dai colori autunnali e dalle montagne circostanti.





Numerosi i segni della prima e seconda guerra mondiale, qui postazioni belliche   contrastavano le invasioni nemiche.




Sulla cima ci siamo inoltre imbattuti in un personaggio ambiguo...




Simone e la sua mitragliatrice pesante.











Qui un altro scatto di personaggio strano...



Il nostro Max...
un pensierino per il Swisser







Dopo esserci cambiati gli indumenti bagnati di sudore, aver mangiato, fotografato questo posto incantevole...
siamo pronti per la nostra scuola di "Nose press"

Il primo tratto in discesa è proibitivo e parte del gruppo si prende un colpo vedendo "il dirupo", bici alla mano ed attenzione...scendiamo un paio di tornantini ed ecco i 130 tornanti successivi ci aspettano.
Tutti in sella e via...
I primi accenni, qualche nose mal riuscito, non demordiamo....parte del gruppo scatta avanti, io e zio Paolo restiamo indietro, alcuni tornanti li proviamo più volte nel tentativo di imparare per bene questa preziosa tecnica.
Scattiamo qualche ulteriore foto e ci divertiamo su e giù da questo splendido sentiero, alcuni punti sono leggermente esposti, ma nulla di proibitivo in una bella giornata come quella odierna.


















I tornanti si susseguono, la tecnica si affina, riuscendo a volte in nose perfetti e in altri al limite del cappotto, ma non si molla.... ci stiamo divertendo e stessa cosa fa il gruppo poco più a valle.
Ripensando ora a quella splendida discesa, mi vien voglia di scendere in garage a prendere la bici....ora sta diluviando, ma domenica cascasse il mondo acqua o non acqua nessuno ci ferma.

Giunti a valle stranamente in perfetto orario, cogliamo l'occasione per complimentarci con gli amici d'avventura....
Soddisfazione disegnata su ogni volto....bene bene, giornata favolosa, ottima scuola!
Inutile dire che la compagnia dei ragazzi è come sempre ottima....un ringraziamento particolare a Massimo, Fabio, Simone, Brumotti per essersi aggregati nonostante gli impegni del pomeriggio.

UN CALOROSO SALUTO A TUTTI, ALLA PROSSIMA!




venerdì 19 ottobre 2012

Punta Almana: a scuola di trekking

Ecco il resoconto di domenica scorsa...solo oggi ho trovato il tempo per stendere due righe sulla "bella giornata"...
La macchina organizzatrice si mette in moto tardi... una serie di proposte ed ecco uscire dal cilindro magico la nostra meta, Punta Almana.
Paolo propone una salita diretta da Iseo molto impegnativa (lui è un mulo) ...io non amo le sgroppate, subito mi metto al computer alla ricerca di qualcosa di meno irto, in breve ecco disegnata la traccia definitiva.


Mi sveglio con i secondi contati, nessuno mi aspetta al punto di ritrovo di Fornaci.... tutti si fanno trovare direttamente a Iseo.
Appena scendo dal letto ecco il cellulare che squilla, è Paolo che mi avvisa, il Magicomaggio si è aggregato al tour e mi aspetta al parcheggio... "cazzo sono in ritardo", salto alcuni riti preparatori tra cui la colazione e mi fiondo all'appuntamento. Ecco li Magico, che piacere rivederlo, è proprio un personaggio di ottima compagnia!
Raggiungiamo Iseo insieme, al punto X ecco Paolo e Agostino un po'assonnati ma subito pronti per questa nuova avventura.
In un baleno ci raggiungono Gigi, Alberto e Pierandreis con la Paola.
Il gruppo è completo!
Dopo aver trascorso meno di 500 mt ecco iniziare la salita.... (mi apro una piccola parentesi "Fede ricordati di fissare il punto di partenza almeno un paio di km prima della salita!!").
Subito i selettori dei cambi iniziano a scalare, la pendenza via via si fa tosta, percorriamo pochi km ed ecco il primo piccolo inghippo.
La catena della bike di Ago si spezza...nessun problema per mastro Paolo e la sua equipe, smaglia catena alla mano e in pochi minuti Mr. Ago è nuovamente in sella.

















La gita prosegue piacevole, il percorso è immerso nella natura, ulivi, castagni, roverella e carpini neri si contendono il paesaggio...il clima è fresco, la pioggia dei giorni scorsi ha bagnato il sottobosco, il sole timidamente ci riscalda...insomma un clima quasi perfetto per pedalare.
In brevissimo tempo saliamo a Santa Maria del Giogo, dove il gruppo alpini di Polaveno ha pronto un delizioso caffè, qui un breve rifornimento energetico e qualche bella foto sul panorama sottostante.
















Purtroppo il timido sole mattutino è presto scalzato da una sempre più spessa coltre di nubi, nulla però ci ferma dal pedalare in compagnia, pertanto tutti in sella e su lungo la dorsale in direzione Almana.
Un susseguirsi di capanni da caccia in assetto bellico ci porta a proseguire con attenzione, il giro fin qui è entusiasmante, il tracciato è bello e mai troppo duro, la compagnia dei collaudati amici è come sempre ottimale.
Dopo strappi e strappetti la riparazione alla catena di Ago cede nuovamente, ma il nostro team subito rimette mano e ripristina il guasto, poco dopo è il turno di Alberto, la sua sella subisce un cedimento, i ferri di sostegno si tranciano....il nostro mastro nuovamente si ingegna e in pochi secondi trova rimedio.
I guasti non finiscono li, sulla strada per Polaveno subisco una foratura e successivamente sotto il diluvio la seconda.... "mia mal".

Dopo mille piccole sgroppate eccoci alla sella di Sale Marasino, piove! anzi diluvia!!
Qui saggiamente parte del gruppo decide di rientrare tagliando verso Sale, io e Paolo ormai vaccinati alla bronchite e a tutte le malattie da raffreddamento proponiamo di non mollare la meta prefissata, Ago e Magico ci seguono.
Dopo i saluti agli amici e sotto un diluvio più finito inizia la "scuola di trekking" i primi 200 mt scorrono in sella, poi il percorso diventa proibitivo, la in alto tra le nuvole ogni tanto si scorge l'Almana, sembra un miraggio lontano lontano...

















Il meteo non molla ci infreddolisce, fortunatamente portare la bici in spalla e la pendenza impegnativa ci scaldano....
















Magico è un camoscio e viaggia alla grande, una telefonata mi attarda, tenterò più volte di riacciuffare il Magico distante poche centinaia di metri...ma altro che riacciuffare, mi sta dando la paga alla grande.
La tecnica consiste in brevi passi, bici ben assestata in groppa e respirazione in ritmo col passo...raggiungo così la vetta, provato ma molto soddisfatto.
Il meteo ci preclude la bella vista sul lago, ci vestiamo, mangiamo e scattiamo qualche foto per gli avi...



Ecco i 4 folli dopo la lezione di trakking.
400 mt di dilivello very hard.

Fede, zio Paolo, Magicomaggio, Agostino.



Dopo la salita da Sud eccoci pronti per la discesa verso Nord... pronti via, dopo 50 mt una titubanza mi inchioda, Paolo che segue a ruota con i freni bagnati mi evita ma scivola sull'erba e fa un brutto volo sul pendio. Fortunatamente nulla di grave se non una sbucciatura ed una botta sul naso. (Scusa Paolo).
La discesa è carina nulla di eclatante, perdiamo quota velocemente e ci ficchiamo su un letto di torrentello viscidissimo...l'equilibrio qui è precario e tutta l'abilità deve uscir fuori.
Raggiunti i 700 mt di quota non ci resta che rientrare su un'orrenda cementata con pendenze del 30%.

Che dire, le previsioni di rientro gita sballate di tre ore, preso un sacco d'acqua, un bel po' di freddo, una bella stancata.... ma caxxo la rifarei subito!
Grazie come al solito per la partecipazione, ci scusiamo con i ragazzi per non essere scesi con loro, forse l'eccitazione di chiudere il giro ha prevalso sulla ragione...
Un saluto a tutti, presto in sella mi raccomando!



giovedì 11 ottobre 2012

11 dispersi al gran tour della Val Trompia

Come da tradizione l'inizio settimana inizia uno scambio di mail con le proposte sul weekend. Sul piatto ci sono varie ipotesi ma scorrendo le pagine del forum mi accorgo che anche i CFSWE hanno in programma un giro che vorremmo fare. Ci vuole poco a convincere Fede, la fusione è fatta, si parte con il gruppone.

Il sabato finalmente arriva, e non inizia nel migliore dei modi. Ago mi passa a prendere in ritardo, ha trovato la gomma forata, niente panico, troveremo il tempo per ripararla. Smontiamo la mia bike che non ne vuole sapere di entrare in auto e ci lanciamo verso Brescia. A metà strada un dubbio mi assale:" Ho lasciato il perno della ruota posteriore in mezzo alla strada! Rapido controllo, dubbio confermato, inversione e ulteriore ritardo.
Eccoci finalmente al Polivalente, mentre finiscono di arrivare i bikers e si caricano le auto ne approfittiamo per sostituire la camera d'aria. Il serpentone di auto ora si snoda nella valle verso Collio. Al parcheggio fissato come punto di ritrovo riusciamo ad arrivare quasi in orario e notiamo già diversi mezzi montati da scalpitanti ciclisti ed altri in fase di montaggio.
Dopo i saluti ci contiamo, le voci sono discordanti, ma alla fine saremo in 21 anzi 22, Carlo ci raggiungerà dopo. La salita inizia su asfalto e rapidamente arriviamo a Memmo tra il disappunto dei mezzi motorizzati costretti ad uno slalom continuiamo a guadagnare quota.

In questa fase le chiacchiere e le battute rallegrano il gruppone che si è naturalmente allungato. Non so per quale motivo ma amo particolarmente questa fase dei tour, forse perchè le gambe sono ancora leggere e il fiato per ciacolare non manca. Finalmente l'asfalto lascia il posto ad una belle stradina sterrata, la valle si allarga e anche gli orizzonti si ampliano facendoci intuire che ci aspettano panorami mozzafiato.

Antonio ancora fresco socializza con la popolazione locale e ci fa capire che l'attività manuale non lo spaventa!

 Arriviamo alla rampa da fare tutta bici a spalla che ci porta al passo Crestoso e poi alle 7 crocette.

 La fatica si legge sui volti che mi circondano, ma si vede anche lo stupore dinnanzi al panorama che possiamo ammirare. Fatta la foto di rito alle croci, e subito i rimproveri degli escursionisti ci lanciamo in mezzo alle nuvole nel traverso, che ci porterà alla salita del monte Colombine.

 La visibilita è scarsa ma la sensazione di perdersi nel nulla, come si dice nel gruppo, :" Ha il suo perché!" Questi incredibili paesaggi costringono a numerose soste fotografiche che ci fanno perdere contatto con la parte più avanzata del gruppo il quale al bivio per il monte Dasdana tira dritto verso il Piardi. Nelle retrovie inizia la scalata, prima le nubi circondano le vette più alte e poi, man mano, avvolgono anche noi mentre arranchiamo in fila indiana verso la vetta.

 Dall'alto la vista spazia sui monti e le valli circostanti, le nuvole prima velano e poi ci mostrano scorci sempre nuovi, una pacchia per gli scatenati fotografi del gruppo.

 Indossate le protezioni ci lanciamo in discesa, che si rivelerà deludente: all'inizio molto ostica, con tratti esposti per poi diventare banale nel tratto finale. Entrando al Piardi non troviamo il resto del gruppo. Apprendiamo che, dandoci per dispersi, sono tornati alle auto tramite asfalto. Dopo la sosta ristoratrice e una scorsa alle notizie scendiamo al passo Maniva dove Carlo unico sopravvissuto del gruppo avanzato ci sta aspettando dopo aver risalito 10 tornanti.

Da qui una comoda strada sterrata ci porta in leggera salita al passo Portole ed infine alla capanna Tita Secchi. I paesaggi sono sempre splendidi e anche se la stanchezza inizia a farsi sentire non smettono di stupirci.

 Il tratto successivo è un sali scendi in quota tutto su sentiero. Qui Magico tenta il suicidio perdendo un pedale e rischiando di scivolare nella scarpata sottostante. Riparato il guasto meccanico si riparte verso il passo Prael In questa ultima faticosa salita parzialmente ciclabile perdiamo Antonio, che causa guasto meccanico torna alle auto anticipatamente. Stanchi e decimati, siamo rimasti solo in 11, finalmente arriviamo al rifugio Blachì dove ci aspetta l'ultima discesa. Inizialmente seguiamo la pista da sci poi su sentieri decisamente tecnici, che mettono a dura prova i frontisti, arriviamo finalmente a Collio.

 La faticosa giornata si conclude con i complimenti ed i saluti fra i reduci del gran tour e, una volta caricate le auto, alla spicciolata si torna verso casa con tante emozioni e splendide immagini impresse nei nostri ricordi. 

Voglio concludere riportando qui sotto quanto scritto da Fede nel forum che deve far riflettere tutti sul significato di queste nostre avventure.
Alla prossima, Paolo.

Ecco le sagge parole di Federico:
 "Nei giri da noi organizzati la fretta è l'ultimo dei nostri pensieri, non facciamo gare di prestazioni.
I più atletici possono tranquillamente scalare in velocità, ma è buona cosa ai bivi (in mancanza di gps) ricompattare il gruppo ed aiutare i compagni d'avventura meno prestazionali.... incoraggiando e insegnando loro la tecnica, cosa che Magico e Andrea hanno capito al volo.
In montagna i cellulari spesso sono out, pertanto un piccolo errore o incomprensione può diventare un grosso problema.
L'accaduto resti di lezione e serva a migliorare l'affiatamento del gruppo.
Cogliamo i paesaggi che si presentano ai nostri occhi, respiriamo l'aria sana e i profumi della montagna. Fermiamoci a prendere fiato, scattiamo qualche foto, saliamo con calma ed in compagnia. Credo che il meglio e lo spirito giusto risiedano nel gustarsi questi attimi, la fretta la viviamo tutta settimana durante le giornate di lavoro....
Alla prossima e grazie a tutti gli amici per la numerosa partecipazione."